La settimana delle Emozioni - Impariamo giocando a riconoscerle!
Ci avviciniamo alla Pasqua e per molti studenti sono iniziate le vacanze dalla scuola. Quest’anno probabilmente saranno vissute sia dai bambini, ma soprattutto dai genitori, un po’ meno come “vacanze” e momento di svago e spensieratezza.
Rabbia, frustrazione, solitudine, speranza… sono solo alcune delle emozioni che tutti noi stiamo provando in questi giorni di lockdown. Bisogna prenderne atto, metterle a fuoco, non nasconderle né minimizzarle, ma anzi identificarle e accettarle.
Ecco perché questa settimana, insieme ai tanti laboratori in programma, siamo contenti di dedicare un’attenzione particolare alle emozioni.
Lo faremo domani con un bellissimo laboratorio di CODING UNPLUGGED “Viaggio tra le emozioni” per i bambini che frequentano la scuola materna o i primi anni delle elementari e giovedì prossimo con un laboratorio di inglese “The Feeling Book”.
E sempre parlando di emozioni, vogliamo aiutare un importante progetto di ricerca dell’educatore e amico Fabio Catania, dell’associazione On Air Voce alla Scienza, che avete conosciuto al laboratorio Laboom sul Design Thinking per bambini.
Insieme al suo team del Politecnico di Milano, hanno realizzato Emoty un pupazzetto che vive nei computer e ha l’obiettivo di aiutare i bambini con disturbi del neuro-sviluppo a migliorare le proprie capacità di riconoscere ed esprimere le emozioni durante la terapia.
In realtĂ il vero aiuto lo chiediamo proprio ai bambini, che potranno essere i protagonisti di un progetto di ricerca. Come? Ascoltando, riconoscendo, indovinando e recitando alcune emozioni.Â
Negli ultimi 3 anni Fabio ha collaborato con psicologi e linguisti esperti di disturbi del neurosviluppo per capire i bisogni specifici dei bambini con autismo e deficit della comunicazione e per comprendere come soddisfarli con l’aiuto della tecnologia.
Il risultato del progetto di ricerca è stato Emoty, un’applicazione per aiutare i bambini a migliorare le capacità di comunicazione ed espressione delle emozioni: quello che a livello terapeutico verrebbe chiamato “training emotivo”.
In pratica, Emoty chiede ai bambini di recitare delle frasi esprimendo ogni volta un’emozione diversa. Poi, registra la loro voce (in forma anonima) mentre recitano e grazie all’intelligenza artificiale che Fabio ha sviluppato dice loro se hanno espresso bene quell’emozione oppure no.
Questo progetto può far capire a bambini e ragazzi come la ricerca non sia mai fine a sé stessa, ma può avere sempre un grande impatto sociale. Ecco perché Fabio si è prefissato l’obiettivo di migliorare il più possibile la tecnologia per mettere poi Emoty a disposizione di quanti più centri terapeutici e scuole possibili.
PiĂą saranno i partecipanti che giocheranno sulla piattaforma, piĂą Emoty sarĂ in grado di riconoscere le emozioni dei bambini.
Che dite, lo aiutiamo? Potete accedere qui alla piattaforma.Â
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PS: tutte le registrazioni vengono raccolte in forma anonima
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